Thursday, 28 March, 2024

VAX-QUO VADIS Capire la proteina spike – Conferenza stampa Bolzano


Nel seguito vengono riportate alcune conclusioni sulla conferenza di Bolzano tenutasi Mercoledì 10 Novembre alle ore 20:00 accentrata principalmente, al netto delle domande dei presenti, su due interventi:

  • Intervento del Prof. dott. Paolo Bellavite – Capire meglio la proteina spike;
  • Intervento del Prof. dott. Arne Burkhardt – Dove ci può portare il vaccino?

Il video della conferenza, riportato in basso, inizia a circa 4’45”.

Memori di una precedente censura su YouTube e Facebook (Il valore della Ivermectina e non solo – Video intervista censurata) si è pensato di salvare l’intervento su computer locali quindi la copia è stata salvata sulla piattaforma Mega al seguente indirizzo:

Piattaforma MEGA: VAX-QUO VADIS Capire la proteina spike – Conferenza stampa Bolzano

sulla quale è possibile vedere direttamente il video della conferenza, importarlo nel proprio account Mega così come scaricarla sul proprio computer per vederla in un secondo momento anche off-line utilizzando uno dei tanti software media player come l’open source gratuito VLC disponibile per tutti i sistemi operativi per PC Android e iOS compresi.

La posizione originale su YouTube è al seguente indirizzo, nel titolo il link:

VAX -QUO VADIS – italiano

 

Il contenuto della conferenza tocca in parte alcuni aspetti sui quali si era già soffermato il Dr. Giuseppe Di Bella nell’intervento Il valore della Ivermectina e non solo – Video intervista censurata e nel cui articolo è altresì possibile avere pieno riscontro di quanto riportato in numerosi documenti da circa 15 a mesi a questa parte dalla dottoressa Loretta Bolgan.

 

Il Prof. Dr. Bellavite tiene la conferenza in Italiano quindi non c’è alcun problema nella comprensione. Una sola nota sull’immagine di apertura visibile in alto e facente parte di una slide della presentazione del Prof. Dr. Bellavite che riportiamo in basso in tutta la sua grandezza. Una slide che mostra in maniera plateale l’assurdità del metodo algoritmico usato attualmente dall’AIFA per la valutazione del nesso causa-effetto nel caso dei vaccini anti-Covid.

 

Nella slide in alto non c’è nulla di inventato, sono le direttive che vengono seguite, come oltremodo confermava un po’ di tempo fa il Governatore del Veneto Luca Zaia:

Se uno ha l’infarto e il covid e poi muore per noi è morto di covid

 

Da questo si capisce come i numeri oramai risultino tutti falsati e sarà difficile risalire ai numeri reali per due semplici motivi:

  1. Salvo qualche rarissimo caso (si contano sulle dita di una mano) all’atto pratico non è stata fatta alcuna autopsia sulle persone decedute e di certo nessuno oggi come oggi si metterà a fare 130.000 autopsie!
  2. Per buona parte dei decessi si è operata la cremazione per cui sarà impossibile, anche se ve ne fosse l’intenzione, operare una qualsivoglia analisi in merito.

Pertanto di quel numero 130.000 oramai ne disporranno a seconda della convenienza del momento. Pertanto è inutile che continuino a ripetere come un mantra sul mainstream frasi del tipo:

“Oggi sono 60 morti ma l’anno scorso ne erano nello stesso periodo 234, quindi il vaccino sta funzionando”

perché quanto meno occorrerà analizzare i dati disaggregati. Una persona morta oggi per complicanze dovute al diabete va a finire nel conteggio dei decessi a causa del diabete, fino a pochi mesi fa finiva, insieme agli infartuati e molte altre patologie compresi i decessi per “Tachipirina e vigile attesa”, nel conteggio “decesso per COVID”.

 

Ritornando alla conferenza di Bolzano, anche per il Prof. Dr. Arne Burkhardt non c’è alcun problema poiché in tempo reale c’è la voce dell’interprete.

Preferiamo, però, nel nostro piccolo, fare un breve riassunto con ulteriori aggiunte sulle risultanze emerse dalle analisi del patologo tedesco. Analisi che vedono risultati ottenuti dai vetrini di 14 autopsie eseguite su persone decedute in un lasso di tempo da 8 giorni a 6 mesi dopo la dose di vaccino.

Sono state rilevate le seguenti “anomalie” (eufemismo!):

Infiltrazione linfocitica multiorgano ai danni del miocardio, pericardio, rene, polmone, vasi sanguigni e coronarie, milza, utero e tessuto adiposo;
Follicoli linfatici in organi dove non dovrebbero esserci, ovvero organi non linfoidi presentano centri germinativi linfatici;
Possibile sviluppo di tumori a partire dalle iperplasie degli organi linfoidi e l’interrogativo è ancora in essere;
Alterazione morfologica globuli rossi con aggregati eritrocitari;
Vasculite multiorgano;

altre perplessità vedono la presenza di possibili contaminanti metallici all’interno del vaccino. La cosa non deve far sorprendere in nessun vaccino (checché ne vogliano dire i soloni del nulla) poiché si sta parlando banalmente di una produzione industriale di massa! Per il vaccino contro il Sars-COV-2 il caso è già stato riscontrato e sollevato in Giappone sul vaccino Moderna, ad esempio:

 

 

In Italia, e più in generale in Europa, sono stati eseguiti i controlli? Quanti ne sono stati eseguiti al riguardo considerando che lo stock ritirato in Giappone è stato prodotto in Spagna?

E se i controlli sono stati eseguiti, chi ha condotto le analisi, con quale strumentazione e dove si possono vedere i risultati?

Le dosi che arrivano in Italia dove vengono prodotte?

Per ritornare alla conferenza di Bolzano, come ultimo punto viene fatto riferimento a possibili malattie autoimmunitarie indotte da reazione immunitaria eccessiva dopo dose di vaccino. In questo caso c’è già un case report che riportiamo in basso, un caso di Stevens-Johnson syndrome/toxic epidermal necrolysis (SJS/TEN) dopo dose Pfizer (BNT162b1), nel titolo il link all’editore/rivista Cureus Journal of Medical Science: Toxic Epidermal Necrolysis Post COVID-19 Vaccination – First Reported Case e, come è consueto, la pubblicazione liberamente scaricabile subito in basso in formato PDF: Da osservare che si sta terminando la seconda parte dell’articolo Condizioni necessarie per prevenire e contenere gli effetti avversi del vaccino – Parte 1 nella quale verranno riportati un nutrito numero di effetti avversi coadiuvata, come è nostro solito, dalle associate pubblicazioni ed inevitabilmente da una certa “pesantezza” nel caricamento della pagina.


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