Friday, 29 March, 2024

In principio Dio creò il cielo, la terra e il Lisozima…


Un’altra sostanza fisiologica di inestimabile valore terapeutico e preventivo oscurata dal cinismo farmacologico

 

§1. Premessa

In più occasioni ci siamo occupati di sostanze terapeutiche o di farmaci industriali scomparsi improvvisamente dal mercato, ed anche di recente vi sono state denunce di questa prassi – che misteriosa non è – ad opera di varie organizzazioni, tra le quali AltroConsumo, che ha chiesto: “…come mai farmaci essenziali scompaiono dalla circolazione e, in un momento successivo, ricompaiono sul mercato a prezzi 16 volte maggiori?“.

Il tutto nel sospetto torpore della burocrazia farmacologica, viceversa fulminea e attivissima in situazioni gravemente carenti di seria dimostrazione e riprova scientifica.

Ma qui, purtroppo, non siamo soltanto di fronte ad illecite strategie commerciali e contrattazioni da mercato delle vacche, con strette di mano tra corruttori e corrotti. Stiamo parlando di sostanze o specialità fondamentali ed irrinunciabili che non dovrebbero mai mancare nelle farmacie di uno Stato libero e civile.

Una persona responsabile tralascerebbe d’avere sempre a disposizione, nell’armadietto dei medicinali di casa, quanto indispensabile? Non abbiamo tutti o quasi tutti almeno disinfettanti, cotone idrofilo, qualche analgesico, un po’ di bicarbonato? Non stiamo parlando di maniaci dell’automedicina, ma di persone con un minimo di prudenza e buon senso. Immaginiamoci, pantografando questo concetto esemplificativo, lo stato: è mai concepibile tollerare assenze estese quanto voragini in tema di farmaci e sostanze fondamentali? Vitamine e sostanze fisiologiche, non fanno parte del nostro organismo? E se ne fanno parte o sono prodotte ovvero sintetizzate da noi stessi, non è il caso di dar retta al Vecchio e infinitamente Saggio buon Dio che le ha previste, anziché a farmacologi di ignoranza inferiore soltanto alla loro corruttibilità? E invece no. Queste puzzole morali pretendono di correggere anche il Padreterno.

Non siamo affetti da paranoia filo-vitaminologica, e non pensiamo affatto che con vitamine e principi fisiologici si possa risolvere tutto. Ci mancherebbe. Ma è Scienza (con la esse maiuscola) attribuire molti stati patologici o loro acutizzazioni a carenze o difetti di assorbimento di un gran numero di molecole e, di conseguenza, è ineludibile l’obbligo morale e scientifico di impiegarle quale strumento precipuo o coadiuvante nei casi deputati (che sono numerosissimi).

E invece, per il gusto di criticare il Creatore (col quale, evidentemente, non corre buon sangue) e – soprattutto – di mantenere ricchezze e potere, non ci si disinteressa soltanto, ma si ricorre a tattiche di sottile nefandezza. Lo si fa a volte d’emblée, altre con graduale e sotterranea azione. Si contatta magari l’azienda farmaceutica, le si “consiglia” di lasciar perdere quel determinato preparato e, se non accetta il consiglio, glielo si fa accettare. Lo stesso avviene per aziende chimiche, quando si tratta di principio attivo fornito sfuso, o di sostanza fisiologica prodotta per sintesi. Nei casi estremi si può arrivare, costi quel che costi, a far incorporare il produttore da uno dei giganti della farmaceutica, che provvederà a radiare il farmaco/sostanza indesiderati.

Non sembrino questi concetti pretestuosi: qui si tratta della vita e della salute nostra e dei nostri figli!


§2. Chi era (è) costui?

La nostra è fissazione? Propensione alla polemica? Sclerotizzazione in idee preconcette? Siamo sicuri di no. Che Vitamina C e Vitamina A, in opportuna posologia e ragionati tempi di somministrazione, forniscano un validissimo contributo in occasioni di malattie infettive, è caposaldo delle conoscenze scientifiche risalenti ad almeno ottanta anni fa.

E lo stesso dicasi del Lisozima. Eccoci al tema della discussione odierna: Lisozima, chi era costui? Facciamo allora le presentazioni:

Il lisozima trova frequente indicazione per le sue capacità batteriolitiche e per l’attivazione dell’immunità naturale, di cui è un costituente. È documentato il suo ruolo nella resistenza alle flogosi batteriche e virali e la sua carenza è spesso associata a fragilità degli epiteli aerodigestivi superiori e alla frequenza ed intensità di recidive. Anche se non ha una rilevante efficacia antitumorale diretta, può agire attivando macrofagi e cellule immunitarie e l’immunogenecità delle popolazioni neoplastiche. Attraverso la lisi di cellule batteriche e virali, può liberare molecole ad attività immunitaria e antitumorale. L’azione del lisozima si estende alla flora patogena protozoaria, raggiungendo un ampio spettro terapeutico esteso alle patologie gastrointestinali e del cavo orale. Potenzia decisamente l’effetto antibatterico degli antibiotici, che a seconda delle condizioni può sostituire o integrare, limitando notevolmente il deficit immunitario spesso associato alla patologia neoplastica e aggravato dai trattamenti chemioterapici. La sua assenza di tossicità, in quanto molecola biologica, e l’efficacia ne consigliano un uso frequente e soprattutto nelle situazioni conclamate di immunodepressione neoplastica.

Utilizzo:

Nel Metodo Di Bella fa parte del modulo variabile. Si può somministrare in dosaggi di 3 g al giorno, aumentabile al bisogno senza rischio di tossicità e/o sovradosaggio. Sono consigliabili 2 compresse da 500 mg per 3 volte al giorno ai pasti. Nelle lesioni del cavo orale o delle vie aerodigestive superiori, è consigliabile fare sciogliere in bocca lentamente una compressa da 500 mg anche ogni due ore. Le sue proprietà litiche su virus, batteri e protozoi sono dovute all’attività enzimatica e al fatto che, essendo una proteina fortemente basica, il lisozima può superare facilmente l’esile membrana della cellula virale e denaturarne il DNA fortemente acido.

Quanto riportato è stato preso dal sito del Metodo Di Bella e di preciso nella sezione dei principi attivi utilizzati nel MdB (lo ricordiamo, tutti presenti nel prontuario farmaceutico!) in questo caso dedicata al Lisozima. Il chilometrico elenco di lavori (non esaustivo e in continuo aggiornamento) toglie di mezzo i soliti asini da tastiera e mistificatori di mestiere, iperattivi come certi alienati mentali.

In più noi abbiamo rintracciato una “chicca” che fornisce spunti di riflessione non solo sulle basi scientifiche di questa sostanza – una delle tante ideate dal Prof. Dio, dell’Università del Paradiso (dove i nepotismi non possono nulla) – ma anche sui motivi della sua programmata “radiazione”. Perché radiazione? Semplice: avete sentito parlare del business dei vaccini? Del business degli antivirali e degli antibiotici “di ultima generazione”? Basti questo accenno.

La chicca consiste nell’avere reperito una corposo dossier/depliant dedicato agli addetti ai lavori, a suo tempo pubblicato dalla ditta produttrice, la SPA (Società pro Antibiotici) di Milano. Mancando la data di stampa, l’abbiamo fatto risalire ai primi anni sessanta, sulla base dei lavori citati nell’ampia bibliografia allegata e di alcune didascalie alle foto di testo (la copertina del dossier è nell’immagine seguente).

Lisozima SPA – Enzima antiflogistico, antibatterico, antivirale, antioncotico, eutrofico

La copertina del depliant reca, come si può constatare, sotto i caratteri in grassetto LISOZIMA SPA, la legenda delle principali indicazioni: antiflogistico, antibatterico, antivirale, antioncotico, eutrofico. Nella pagina successiva, la citazione di Fleming, che scoprì il Lisozima prima ancora degli antibiotici, alla quale segue un po’ di storia. Ricopiamo dal suddetto documento:

Le lacrime non sono acqua. Contengono un’importante sostanza scoperta da Sir Alexander Fleming, prima ancora della penicillina. Si tratta di un enzima che può distruggere numerosi ceppi batterici in pochi minuti. L’esistenza di questo enzima, che Fleming battezzò Lisozima, spiega perché un organo tanto delicato come l’occhio umano raramente possa essere infettato dai germi presenti nell’atmosfera.

Le due grandi ed apparentemente distinte scoperte di Fleming, della Penicillina e del Lisozima, hanno impresso un nuovo ed insospettato corso alla ricerca scientifica ed alla terapia.

Il Lisozima è presente nel sangue, nei tessuti e nelle secrezioni, specialmente nel latte della donna (mentre manca nel latte di mucca) e si trova in concentrazione elevatissima nel cervello e nel surrene.

Esso costituisce una barriera fisiologica, una difesa naturale, contro l’invasione di batteri e di numerosi virus. I microrganismi soccombono all’azione lisante, flocculante, agglutinante e decapsulante del Lisozima. I virus erpetici, gli adenovirus, come pure i virus influenzali e numerosi altri virus, vengono nettamente inibiti dal Lisozima. In molte affezioni si può dimostrare un deficit di Lisozima, espressione di abbassamento del potere immunitario e difensivo dell’organismo.

Anche molte tossine elaborate nell’organismo malato vengono inattivate dal Lisozima, come ad esempio i pirogeni endogeni della febbre, la malignolipina e la oncolipina dei tumori, la tossina difterica, ecc.

Il Lisozima, dotato di molteplici e complesse azioni, enzimatiche e non enzimatiche, ha rivelato sorprendenti e nuove proprietà terapeutiche in molteplici affezioni.

Qualche breve osservazione. Una rilevante omissione riguarda la segnalazione della presenza della sostanza nella saliva. Trattandosi, insieme alle vie nasali, del primo ingresso di microrganismi patogeni, appare chiara ed evidente la grande portata di questa difesa naturale. Se non disponessimo del lisozima nella saliva, una immensa quantità di infezioni di varia natura affliggerebbe l’uomo.

Alexander Fleming scopritore del Lisozima prima (1922) e della Penicillina in seguito (1928)

La seconda nota riguarda il latte materno e la sua insostituibile e preziosa attività. Non è solo saggezza popolare affermare che i bambini allevati al seno si dimostrano prevalentemente più robusti e con maggiori difese immunitarie di quelli allattati artificialmente, ma dato scientifico consolidato, anche se questa verità non riguarda solo il lisozima. Senza mancare di dire chiaramente che, per noi, certe madri che rifiutano di allattare i loro piccoli per non sformare il seno (ammesso che sia vero) non sono né vere madri né vere donne, alla luce di quanto sopra appare particolarmente grave e rivoltante lo scandalo di questi giorni riguardante alcuni pediatri imputati di corruzione. Per coloro ai quali fosse sfuggita la notizia (che non ha avuto il privilegio di occupare i primi titoli dei telegiornali): si tratta di 12 pediatri (due dei quali primari ospedalieri!) i quali, dietro benigna regalìa di smartphone e iphone, computer, condizionatori, televisori, viaggi pagati in località turistiche di moda (Sharm el Sheik, India, Stati Uniti, Parigi, Londra, Istanbul), nonché crociere e tour per sé e famiglia, si prestavano a fare il lavaggio del cervello a giovani mamme perché non allattassero i loro bimbi, ma ricorressero al latte in polvere di alcune note marche (naturalmente ci auguriamo che gli imputati risultino innocenti).

Pediatri arrestati, spingevano a usare latte in polvere per premi farmaceutici

Così come altri, unitamente a informatori scientifici, rinviati a giudizio:

Medici, informatori e agenti di viaggio ecco nomi e ruoli dei 23 imputati

Per noi, alla luce delle proprietà del latte materno – grazie anche all’elevato contenuto di lisozima – il capo d’imputazione dovrebbe ricomprendere il reato di lesioni colpose gravi e, in caso di dimostrata colpevolezza, la pena, pesante, dovrebbe prevedere il divieto a vita dell’esercizio della professione e la radiazione dall’albo. Ma qui stiamo forse sognando ad occhi aperti.

Ad un particolare appena letto (il lisozima non è presente nel latte vaccino) si lega un’altra delle “strane” peculiarità del lisozima. La sostanza, ricavata dall’albume di uovo di gallina, viene usata generosamente nel corso della lavorazione del Grana Padano, dato che distrugge non solo miriadi di virus e batteri, ma anche alcuni tipi di miceti nocivi. Tale impiego massivo è, fra l’altro, assai economico: il lisozima in polvere costa letteralmente quattro soldi, e chiunque potrebbe procurarselo a chili, per pochi euro, rivolgendosi ai produttori di parmigiano. Sia un’azienda produttrice che un farmacista galenico non fanno altro che ritirare la polvere di lisozima cloridrato, compressarlo con la compremitrice insieme agli eccipienti che, nella produzione industriale, sono costituiti da lattosio, amido, talco, magnesio stearato, gomma arabica. Ma l’azione farmacologica della sostanza pura è praticamente analoga.


§3. Le virtù terapeutiche del lisozima.

Seguendo quanto riportato nel dossier Lisozima SPA, leggiamo:

Il Lisozima fattore dell’immunità naturale.

Le indagini elettroforetiche indicano l’influenza diretta del lisozima sulle globuline plasmatiche, con un incremento della frazione gamma globuline nonché della properdina.

Non meno interessante, in relazione con l’immunità, è l’aumento dei tassi serici di agglutinine, evidente dopo la somministrazione di dosi relativamente modeste di lisozima (25-50 mg. pro die). Ha pure importanza l’aumento della fagocitosi leucocitaria; interessantissima poi la presenza di lisozima nel nucleo attivo della molecola della stessa properdina, che svolge un grande ruolo nei processi immunitari.

Il lisozima nell’organismo non si trova libero, ma in forma combinata, formando sali complessi con altri enzimi, con ormoni, con l’eparina, con vitamine, con glicoproteine e con lipoproteine ecc.

Ciascuno di questi complessi acquista proprietà peculiari di grande importanza fisiologica e terapeutica.

Dopo di che inizia la trattazione dei possibili impieghi del lisozima. Una lista sorprendente, per noi miseri mortali: ma ancor di più per quegli abusivi inquilini di camici bianchi che, nel migliore dei casi e in un lampo di reminiscenza, farfugliano che la sostanza serve solo contro l’herpes. Ci limitiamo a circostanziare l’elenco delle possibili applicazioni del lisozima, soffermandoci brevemente sulle azioni più eclatanti. Dal dossier sopra riportato leggiamo:

  • Attività antiflogistica;
  • Attività antivirale;
  • Azione antioncotica;
  • Attività contro i protozoi (trichomonas, treponema ecc.);
  • Azione eutrofica ed anticachettica;
  • Azione accelerante la cicatrizzazione delle ferite e la formazione di callo osseo nelle fratture;
  • Azione analgesica;
  • Attività agglutinante;
  • Azione antifebbrile;
  • Attività emostatica e antiemofilica;
  • Attività normalizzatrice della flora enterica;
  • Azione antigeriatrica (antifibrosica e antisclerotica.

È da chiarire, di fronte a questo impressionante elenco (non esaustivo!) di benefici, che non siamo in grado di confermarne tutti i numeri, ma, per averne constatati alcuni – e non di rado su noi stessi – è indiscutibile che alcune azioni solo il Lisozima è in grado di svolgerle in tale misura ed in analoga totale assenza di effetti collaterali o tossicità!

Ci limiteremo quindi ad alcune applicazioni, nelle quali i risultati sono talmente chiari, provati, indiscutibili e insostituibili, da farci ritenere doveroso parlarne: in attesa di trarre deduzioni e conclusioni sulla guerra sommersa che è stata e viene condotta contro questa grazia di Dio (nella totale accezione del termine), invisa a chi da Dio – oltre che dalla natura, dalla scienza e dalla moralità – ha divorziato.

Circa l’impiego nelle infezioni virali, il citato dossier recita:

Il suo spettro d’azione è notoriamente aspecifico ed ampio, estendendosi a virus delle più varie dimensioni. L’azione clinica del Lisozima può essere attribuita:

  1. alla difesa aspecifica dell’enzima come fattore dell’immunità naturale;
  2. alla sua attività antiflogistica;
  3. ad un’azione diretta sulla proteina basica elettropositiva sopra i virus, elettronegativi;
  4. alla proprietà del Lisozima di complessarsi con gli acidi nucleinici (DNA, RNA) e con le lipoproteine, elementi costitutivi di tutti i virus, ed essenziali per la loro vita;
  5. alla proprietà competitiva enzimatica del Lisozima sopra substrati glicoproteici necessari per lo sviluppo dei virus.

Seguono alcune situazioni patologiche specifiche. Ne riportiamo alcune.

  • Herpes Zoster (ed Herpes Simplex).

In queste patologie il Prof. Di Bella univa Vitamina A e Vitamina B12 (intramuscolo). La Vitamina A la consigliava in sinergico impiego localizzato col Lisozima (assunto anche per os), ungendo le parti interessate, cospargendole con Lisozima polverizzato e coprendo il tutto con carta oleata (o altro materiale impermeabile, come le pellicole trasparenti per alimenti) assicurata da cerotti. L’effetto, avendo un minimo di pazienza, si manifesta in modo chiaro sia sull’estensione e la gravità della lesione, che con un assai gradito supporto antalgico.

  • Stomatiti virali. Anche in questo caso l’applicazione topica è di grande efficacia.
  • Forme influenzali.

Gli antipiretici, come non si stancava di ammonire lo scienziato, debbono considerarsi giustificati solo in caso di forti rialzi termici, specie nei bambini. Essendo ormai pressoché ignorata la Fisiologia, si dimentica che l’aumento della temperatura corporea costituisce una difesa naturale dell’organismo contro le affezioni esogene da microrganismi. Inibirne costantemente l’intervento significa “disabilitare” meccanismi delicati e porre le premesse per una futura debolezza immunitaria. Il Lisozima, in posologie significative (3 o più grammi intervallati nel corso della giornata), continuati fino a scomparsa della sintomatologia, hanno ragione della maggior parte dei fatti influenzali, a condizione che si intervenga prima di forti complicanze e si uniscano al Lisozima, vitamina A (che, ai tempi nei quali si studiava ancora, era nota come la “vitamina antinfettiva”) e vitamina C.
Naturalmente un buon medico, di fronte alla palese sovrapposizione e all’insediamento di resistenti ceppi batterici, specie a livello broncopolmonare, deciderà se ricorrere, per il tempo strettamente necessario e con posologie equilibrate, a specifici antibiotici. Un presidio formidabile, ed egualmente innocuo, sarebbero le gammaglobuline: anch’esse “radiate” (esclusivamente dalla farmacopea italiana…) in quanto concorrente di farmaci che, meno efficaci e con forti effetti collaterali, hanno almeno il pregio di rendere molto di più.

Un’altra dimostrazione di robusta efficacia si ha nei comuni raffreddori, sempre con l’aiuto di Vitamina C e Vitamina A e col concorso di frequenti lavaggi delle fosse nasali con gli specifici prodotti o con semplice soluzione fisiologica. Senza dimenticare questo ulteriore suggerimento del Prof. Di Bella:

[…] abbiamo all’uopo provveduto a spalmare sulla superficie della mucosa preventivamente ed accuratamente detersa ed asciugata dal muco, della vitamina A (axeroftolo palmitato), aiutandoci eventualmente con una bacchetta sterile di vetro intinta nella vitamina stessa […] Con questo trattamento si possono attenuare e, in molti casi, anche guarire riniti stagionali, acute, subacute o croniche, eventualmente complicate da bronchiti asmatiche anche inveterate e resistenti alle comuni terapie. Anche le riniti atrofiche abbiamo visto reagire bene alla predetta terapia, ricevendo valido giovamento e giungendo anche a guarigione dopo congrua durata di trattamento. Se l’applicazione si pratica bene al primo inizio di un raffreddore, in molti casi si riesce a farlo abortire. La mucosa nasale ci è sembrata particolarmente reattiva agli effetti della carenza relativa della vitamina A. Sembra che l’applicazione locale promuova in sommo grado l’eutrofia della mucosa e riduca parallelamente la sua funzione recettrice, riflessogena agendo forse anche direttamente sulle terminazioni aspecifiche trigeminali.

Tratto da: Luigi Di Bella – Cenni di Fisiopatologia del naso – II° Corso Internazionale di Chirurgia funzionale del setto e della piramide nasale, Bologna, Luglio 1978.

Quanto scritto, ovviamente con posologie più modeste, è applicabile in forma preventiva. Ai primi sospetti starnuti …o dopo una forte infreddatura, o anche dopo essere stati a lungo vicini a persone affette da influenza o raffreddore, la combinazione Lisozima (possibilmente, specie la sera, tenuto sotto la lingua prima del riposo notturno) più Vitamina A e Vitamina C scongiura il contagio o rende di breve durata e deboli le conseguenze. Specie nel bambino e nell’anziano questi presìdi terapeutici sono preziosi, evitando, fra l’altro, non sempre innocue vaccinazioni …e, nel corso di malattie esantematiche dell’infanzia, riducendo decisamente la loro virulenza o guarendole.

  • Virosi intestinali.

In diverse situazioni che interessano questo distretto, il Lisozima è sempre un valido coadiuvante. Non essendo corretto generalizzare, sarà il medico competente a decidere di aggiungerlo ad altri presìdi specifici (Cliochinolo, fermenti lattici, neomicina solfato e bacitracina ecc).

Sull’azione antibatterica ed antiflogistica ci riferiamo nuovamente al dossier più volte citato.

Il Lisozima, come affermò Fleming, rappresenta un mezzo di protezione naturale e di difesa contro i germi. L’azione antibatterica del lisozima è dovuta a diversi meccanismi: azione microbicida diretta; inibizione o rallentamento dello sviluppo dei germi per l’intervento, diretto o indiretto, nei processi immunitari e flogistici; distruzione della parete batterica. Lo stesso Fleming constatò l’azione lisante dell’enzima sulla Brucella abortus e, successivamente, sopra il bacillo del carbonchio; Wolff sopra lo stafilococco, lo streptococco emolitico, il meningococco, il gonococco e il Microbacterium tubercolosis. Gohar riscontò il lisozima attivo sopra le forme vegetative di germi sporigeni; Melnik e coll. confermarono le osservazioni sopra il Perfringens oedematiens ed altri clostridi; Cabezas e Vacaro controllarono l’attività sopra stafilococchi, gonococchi, meningococchi, pneumococchi, streptococchi; Albano sopra lo Shigellas e il bacillo difterico. Cavallo, Myrvick e coll., infine, confermarono una evidente azione battericida sul bacillo di Koch dopo un prolungato contatto con l’enzima, Giacardi e Baricalla sul Trichomonas vaginalis e Costa e Casciano sul Treponema pallidum.

Ecco, suggestiva dimostrazione delle azioni descritte, tre immagini. La prima (in basso) si riferisce ad un bacillo, tipicamente a forma di bastoncino.

Tipica forma a “bastoncino” di un bacillo

La seconda e la terza mostrano come, sotto l’azione del Lisozima, il bacillo perda gradualmente la parete cellulare, assumendo forme rotonde (protoplasti o sferoplasti).

 

 

Le immagini sopra riportate sono prese da un articolo della rivista Scientific American – Fleming’s Lysozyme – 202, 6:134, giugno 1960. Qui in basso l’articolo in PDF liberamente scaricabile.


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Era più sistematico che frequente, prima che la falce di scellerate linee guida ne inibisse, di fatto, il ricorso nell’uso:

  • Impiego in pediatria.

Nel dossier all’inizio del paragrafo relativo si legge:

La pediatria è una delle specialità mediche che ha ottenuto maggior profitto dall’impiego del Lisozima dal punto di vista immunologico, nella terapia delle infezioni virali e batteriche, per regolarizzare la flora batterica intestinale e per la sua favorevole influenza sopra una migliore digestione del latte vaccino e in polvere.

Il Lisozima, aggiunto al latte vaccino, provoca la formazione di un coagulo più fine e uniformemente disperso.

L’enzima permette ai fermenti proteolitici di esercitare più facilmente la loro azione sopra coaguli più frazionati, facilitando una più completa e facile digestione del latte, che determina un incremento dell’assorbimento intestinale delle proteine, espresso come un aumento della percentuale di azoto totale ingerito. Questi fatti spiegano il benefico influsso del Lisozima sul decorso clinico dei disturbi della nutrizione, la più pronta risoluzione dei sintomi tossici e permettono di considerarlo come un fattore fisiologico anabolizzante di notevole interesse pediatrico.

Grazie all’aggiunta del lisozima ad un regime di alimentazione artificiale, si può ottenere:

  1. un predominio di forme bifide dei germi saprofitici come avviene normalmente nel bambino alimentato al seno;
  2. una migliore digestione del latte, con conseguente facilitazione dell’assorbimento degli aminoacidi oltre che degli idrati di carbonio dei grassi;
  3. un incremento ponderale;
  4. una minore incidenza di morbilità infettiva;
  5. una maggiore protezione dal punto di vista immunologico.

Un’azione di grande interesse ed importanza è svolta dal lisozima nel passaggio dall’alimentazione al seno e quella vaccina o artificiale. Il latte materno contiene il Lactobacillus bifidus, assente nel latte vaccino ed in quello artificiale, per cui, finito il periodo di svezzamento fisiologico da parte della mamma, la flora batterica del bambino subisce notevoli variazioni, e non propriamente positive: la vegetazione gram-positiva diventa gram-negativa, favorendo lo sviluppo, fra l’altro, della Candida. L’impiego del lisozima impedisce che ciò avvenga.

Nella doppia immagine seguente, può notarsi l’azione del Lisozima sulla caseina del latte (sopra prima della somministrazione e sotto dopo la somministrazione).

Azione del Lisozima sulla caseina del latte

§4. Conclusioni.

Come già detto, le nostre note non aspirano certo a trattare in misura esauriente l’azione di questo prezioso e insostituibile enzima: non è la sede e non è il modo di affrontare un argomento così vasto e importante. Se abbiamo fatto questi cenni è prevalentemente (non esclusivamente) a scopo esemplificativo; meglio ancora: emblematico.

Preghiamo il lettore di seguirci con un po’ di pazienza in questo nostro tirare le conclusioni: ne ricaverà una visione fondata, documentata, certa, di uno dei tanti delitti che si commettono a danno della salute nostra e dei nostri figli. Delitti, sissignore. Infatti:

  1. Ci troviamo di fronte ad una sostanza fisiologica prodotta nel nostro organismo, della quale è dimostrata la formidabile azione di protezione, ad ampio spettro, da numerosissimi agenti infettivi. Se l’uomo non pullulasse di lisozima, sarebbe continuamente ammalato per l’offesa di germi patogeni;
  2. E’ una sostanza provatamente e completamente atossica, anche ad alte dosi;
  3. Se ne conoscono nei più minuti dettagli i meccanismi d’azione e la sconfinata versatilità d’impiego;
  4. Costa pochissimo e farebbe risparmiare – letteralmente – centinaia di milioni di euro all’anno al SSN e, quindi, a noi;
  5. Consentirebbe un’azione preventiva efficace e senza preoccupazioni di effetti avversi dalla più tenera alla più avanzata età;
  6. Eviterebbe o ridurrebbe in molti casi l’impiego di farmaci con serie controindicazioni, come polivaccini che possono comportare ed hanno comportato gravi ritorni (tra i quali l’insorgenza di mortali malattie ematologiche), od antibiotici ancor oggi disinvoltamente somministrati in modo indiscriminato con grande “gioia” del popolo dei batteri, che hanno avuto il regalo, generazione dopo generazione, di poter diventare sempre più resistenti;
  7. Stante l’assenza di cautele d’impiego, consentirebbe di tenerselo in casa e di curarsi – magari seguiti dal medico di famiglia – lasciando perdere antibiotici, antipiretici, farmaci per le complicazioni di malanni di stagione, che potrebbero spesso essere bloccati sul nascere da opportune misure di prevenzione.

Insomma, senza volerne enfatizzare le proprietà (ripetiamo: non si possono gettare nel pattume tout court antibiotici o altri medicamenti, quando appropriati nell’uso) e farne una panacea, siamo di fronte ad uno dei pilastri basilari della farmacopea internazionale.

Ed è proprio questa la disgrazia del Lisozima: nuocere al riprovevole mercato del farmaco, agli utili illeciti, alle tangenti che umiliano la dignità e l’immagine del nostro Paese e della civiltà scientifica. Per cui: al rogo!

Nel ribadire ancora che si tratta di sostanza fisiologica, mancando della quale la specie umana si sarebbe estinta da millenni, diamo un’ultima, semplice occhiata all’impiego ed alle forme di somministrazione disponibili una cinquantina d’anni fa e paragoniamo il tutto alla situazione attuale.

Nella pubblicazione-dossier dalla quale abbiamo tratto spunto risulta che erano disponibili le seguenti confezioni:

  1. Lisozima iniettabile:
    1. Fiale da 25 mg (ad uso pediatrico);
    2. Fiale da 75 mg;
    3. Flaconcino da 125 mg con solvente;
    4. Flaconcino da 250 mg. con solvente;
  2. Lisozima Compresse:
    1. Compresse da 2 mg (ad uso pediatrico);
    2. Compresse da 10 mg;
  3. Lisozima pomata: tubetto da 10 grammi;
  4. Lisozima polvere aspersoria da 5g.

Negli anni successivi entrarono in commercio confezioni di compresse da 50, 250 e 500 mg, decisamente più efficaci, mentre sparirono tutte le altre. La limitazione di impiego fu grave (specie per la confezione in pomata e quella in polvere), dato che sottrasse ai pazienti importanti impieghi a livello topico. Fu per questa ragione che il Prof. Di Bella iniziò a consigliare di schiacciare le compresse fino a ridurle in polvere. Ed oggi?

Oggi il Lisozima si trova nelle farmacie come specialità della storica SPA, ma non sempre e non dovunque, ed il più delle volte bisogna prenotarlo. Per fortuna è agevolmente reperibile presso una delle farmacie galeniche accreditate Mdb (o presso qualsiasi altra farmacia galenica corretta ed affidabile).

Tanto per cambiare, si è intonato il famoso terzetto di Rosina, Figaro e del Conte del secondo atto del Barbiere di Siviglia: “Che si fa?/Zitti, zitti, piano, piano,/non facciamo confusione;/per la scala del balcone/presto andiamo via di qua“.

Perché, nel tempo, dalle ampie indicazioni originarie (del Padreterno, non delle linee coadiuvanti Mdb) ci si è ridotti al solo impiego nell’Herpes e, da qui, alla scomparsa?

Perché, nonostante un prezzo al pubblico inspiegabilmente elevato, tenuto conto dei costi infimi della materia prima, ed una domanda forse non stratosferica, ma viva, non si è ritenuto conveniente (ammesso che il motivo sia questo) proseguirne la produzione?

Perché un principio attivo insostituibile, senza alcuna alternativa a livello di efficacia e assenza di controindicazioni, non è stato mantenuto a carico del Servizio Sanitario Nazionale (lo sono frotte di farmaci inefficaci e nocivi)?

Perché – infine – non si è rispettata la disposizione di legge per la quale, quando case farmaceutiche non hanno interesse a produrre un principio attivo fondamentale, deve provvedervi lo Stato di propria iniziativa?

E voi, voi che blaterate di libertà, di progresso, di tempi oscuri tramontati con l’alba dello “stato democratico”, volete rendervi conto che non pensate e dite verità, ma masticate semplicemente slogan e siete vittime di lavaggi del cervello durati decenni? Ma di quale libertà parlate? Sapete davvero cosa significhi libertà?

Il primo bene, il primo diritto, è quello di poter preservare la propria vita e la propria salute: ed i vostri guru hanno sostituito alla scienza i diktat dei servi delle case farmaceutiche, che “non hanno mai tastato il polso di un ammalato”, opprimendo libera ricerca, libera medicina, libertà di cura (s’intende, quest’ultima, nel rispetto della letteratura scientifica).

Il diritto all’incolumità personale e dei propri cari: …e te la presento. Basta sentire le cronache dei quotidiani morti ammazzati, dei feriti, picchiati, rapinati, derubati, espropriati della propria casa tra inerti sospiri istituzionali. E se ti azzardi a dare un calcio nel sedere a chi tenta di scipparti per strada o di rompere un bastone in testa a chi t’è entrato in casa e ti minaccia con una 7.65, apriti cielo: sei additato all’esecrazione popolare quale belva umana.

La famiglia, unico conforto di fronte al cinismo ed alla freddezza della società, unico baluardo della continuazione dell’individuo attraverso i propri figli, hanno tentato e tentano di distruggerla con ferocia.

L’amore per il proprio paese e la propria storia: idem come sopra. La storia d’Italia – quella vera – è stravolta e falsificata sui libri di scuola in nome di una non meglio precisata “retorica” che l’avrebbe precedentemente afflitta. I confini d’Italia non esistono più, chiunque può entrare ed uscire a piacimento, alla faccia di chi ha sacrificato la vita per difenderli, ed offendere il tuo credo religioso perché….tutte le religioni debbono essere eguali (a casa tua…).

La casa: e poco ci manca che possederla non sia rubricato fra i reati.

Cercate, andando contro corrente, di educare i vostri figli, di trasmetter loro princìpi sani, evitargli errori che avete commesso, renderli più forti di fronte alle asperità ed agli inganni della vita, dar loro un avvenire: ma se osate dar loro qualche sculacciata rischiate che vi tolgano la patria potestà; salvo cercare di inculcare loro che la famiglia è un’anticaglia che stride coi diritti civili e di convincerli che è grasso che cola lavorare dieci ore al giorno per 400€ di stipendio senza contributi.

La libertà ed il progresso, cari signori pronti a vociare in masse oceaniche al grido di “porco qui, porco là, abbasso giù, abbasso su, boia di qua e boia di là”, non consistono nel potersi rincretinire – al di là della cretinaggine congenita – con droghe che distruggono inesorabilmente ed irreversibilmente mente e fisico, facendo morire di crepacuore chi vi ha dato la vita e riducendoli sul lastrico; né essere definiti “diversamente intelligenti” anziché imbecilli, “diversamente colti” anziché più ignoranti di un somaro, “balordi” anziché assassini, “diversi” anziché cittadini di Sodoma e Gomorra (in attesa di riedizioni democratiche della Bibbia).
E’ per colpa degli imbecilli se chi rifiuta di ridursi ad eco di farabutti e mascalzoni, lavora, rinuncia e si sacrifica, apprezza umanità e bontà, carità cristiana e bellezza, e ritiene dovere etico cercare di migliorare se stesso; è per colpa di costoro – ripetiamo – se deve soffrire per tante prepotenze ed ingiustizie ammannite quali manifestazione di civiltà e giustizia sociale.

Abbiamo costellato queste righe di “perché”.

In realtà, la risposta la conosciamo o possiamo conoscere tutti. Da anni o decenni la nostra salute è nelle mani di personaggi strettamente apparentati – sotto il profilo delle finalità, del nitore morale, del senso di responsabilità – a coloro che decidono sull’attribuzione degli appalti pubblici. La differenza drammatica è che qui il rischio non è quello del crollo di palazzi o dello sprofondamento di strade ed autostrade, ma di un prematuro incontro tra gli utenti della sanità e l’Inventore del LISOZIMA.

Di seguito 2 immagini 3D animate della struttura molecolare del Lisozima realizzate con il software Jmol.

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